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E' possibile prevedere il futuro? E' possibile anticiparlo? L'adagio dei "generali che preparano sempre la guerra passata", già discutibile alla vigilia della grande guerra, non ha poi avuto più alcun fondamento, considerato il ruolo trainante dell'innovazione militare. Se c'è una cosa che i generali fanno da almeno un secolo è preparare la guerra futura: ma si può inciampare anche guardando troppo lontano. Fra il 1870 e il 1914, mentre cominciava la prima grande corsa agli armamenti e gli stati maggiori elaboravano i piani strategici più fantasiosi, almeno un centinaio di romanzi di fantascienza hanno immaginato la prossima guerra: fra quali coalizioni, con quali superarmi, con quali esiti socio-economici, oltre che geopolitici. Sappiamo che la realtà delle guerre mondiali 1914-1945 ha sbalordito le più ardite predizioni della vigilia. Ma lo stesso è avvenuto per la guerra fredda, e ora per la grande guerra occidentale contro il terrorismo: nonostante l'impiego dei più sofisticati strumenti di conoscenza e di calcolo, gli interventi in Asia Centrale, Medio Oriente e Nord Africa hanno mancato i loro obiettivi e hanno reso il mondo meno sicuro, riaprendo il "grande gioco" del 1807-1907 tra l'Occidente e la Russia. Questa non è però l'unica lezione che si può trarre dalla "storia dei futuri passati" e dei "futuri alternativi". L'altra lezione è che immaginare il futuro significa proiettare in avanti il passato, come si legge nel Leviatano di Thomas Hobbes; ma anche modificare il presente, come spiegava Antonio Gramsci in una nota sul "futurismo militare" tra le due guerre mondiali. Future Wars, il "quaderno 2016" della Società Italiana di Storia Militare (Sism), porta al pubblico italiano trent'anni di studi angloamericani sulla futurologia militare. Curato da Virgilio Ilari, presidente della Sism, questo volume di quasi 800 pagine raccoglie contributi di cinquanta autori di varia nazionalità, come Jeremy Black, Carlo Jean e Antulio Echevarria. Gli articoli spaziano dai missili raffigurati nei codici medievali ai carri armati di Voltaire; dalla letteratura vittoriana sull'invasione delle Isole Britanniche a quella coeva sul "pericolo giallo" e il genocidio preventivo dei cinesi, dai piani di Tirpitz per sbarcare negli Stati Uniti a quelli di Roosevelt per invadere il Canada e distruggere l'Impero britannico, dal ruolo dello stato maggiore zarista nella prima conferenza di pace dell'Aia alla bomba atomica immaginata da Herbert G. Wells nel 1914, dalla portaerei di ghiaccio e dal raggio della morte agli idrovolanti nucleari sovietici progettati da un italiano, da come avrebbe potuto essere il mondo se Hitler avesse vinto a come avrebbe dovuto essere "senza Saddam, senza Gheddafi"...
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